Il 24 agosto scorso già c'era stato con il blocco della commercializzazione a scopo cautelativo per alcuni allevamenti avicoli dell’Emilia-Romagna dai quali provengono – oltre che da due allevamenti in altre regioni – le uova sgusciate liquide, vendute in Calabria, su cui sono state rinvenute tracce di Fipronil, anche se in percentuali che gli esperti giudicano al di sotto della soglia di tossicità.
Assoavi aveva anche annunciato controlli a tappeto su tutti i singoli capannoni di galline ovaiole allo scopo di certificare, attraverso laboratori accreditati, l’assenza di contaminazioni dall’insetticida Fipronil.
Dopo i Nas, la magistratura e prosegue lo stillicidio dei sequestri. Il 24 agosto è accaduto a Salerno – i carabinieri dei Nas hanno dichiarato che presenteranno 7 denunce alla magistratura. Lo ha spiegato il comandate dei Nuclei Antisofisticazioni e Sanità Adelmo Lusi, precisando che si tratta dei responsabili delle attività in cui sinora Nas, Asl e Regioni hanno trovato uova contaminate. I reati ipotizzati sono adulterazione e contraffazione di sostanze alimentari e detenzione di alimenti tossici per l’uomo. I sette casi riguardano i sequestri compiuti a Viterbo e Ancona, i due in Campania, un altro nelle Marche e un altro nel Lazio in allevamenti, o capannoni per l’imballaggio o laboratorio di lavorazione di pasta e quello delle omelette surgelate a Milano.
Tutto era infatto iniziato con i due campioni di uova (su 114) risultati positivi nei giorni scorsi nelle Marche – dove è stato deciso l’immediato blocco della commercializzazione delle uova di un allevamento di Ostra Vetere (Ancona) risultato positivo – e in Lazio. Il controllo è scattato in seguito alla segnalazione, effettuata da un’azienda emiliana, per aver acquistato dall’Olanda (uno dei Paesi più colpiti, assieme al Belgio) bianco e rosso d’uovo pastorizzati.
Poi c'è stato il sequestro, a Milano, di una partita di omelette surgelate commercializzate dalla ditta International Trade Group, prodotte con uova contaminate e che sono risultate essere il primo caso di potenziale distribuzione diretta al consumatore riscontrata in Italia. L’assessore lombardo alla Sanità Giulio Gallera aveva anche lanciato l’allarme: «La sostanza può essere tossica per l’uomo, consigliamo a chi avesse acquistato il prodotto di riconsegnarlo al punto vendita o all’Ats della Città Metropolitana». Una distribuzione effettuata dall’azienda tedesca Kagerr che riguardava 127 confezioni con scadenza al 16 febbraio 2018. Di queste, 117 risultavano già essere state vendute ai consumatori.
Poi due nuovi focolai scoperti in Campania dall’Istituto Zooprofilattico Sperimentale del Mezzogiorno, che, in seguito a controlli per verificare eventuali contaminazioni da Fipronil, ha rilevato 2 campioni (sugli oltre 30 esaminati) “non conformi” in 2 centri di imballaggio – rispettivamente a Benevento e a Sant’Anastasia – annessi ad allevamenti.
I carabinieri dei Nas stanno indagando su due ipotesi sull’uso del fipronil rintracciato nelle uova in Italia. Una riguarda l’attività di disinfestazione del terreno in assenza di animali, mentre l’altra riguarda la presenza illegale del fipronil nei mangimi. I Nas, è stato spiegato, hanno partecipato a tutto il sistema integrato di controllo nazionale sia per rintracciare i flussi commerciali di prodotti esteri a base di uova indicati come contaminati (sequestrando ovoprodotti liquidi o in polvere nonché preparati per omelette e dolci destinati principalmente alla ristorazione etnica) sia nelle fasi di campionamento di prodotti nazionali disposto dal ministero della Salute. In questo ambito i Nas anche insieme alle Asl hanno compiuto 253 ispezioni in allevamenti, centri di distribuzione e lavorazione delle uova, industrie e laboratori di produzione di dolci, salse e paste all’uovo sequestrando cautelativamente oltre 91mila chili di uova e ovoprodotti. Si è in attesa dei risultati delle analisi di 107 campioni inviati ai laboratori degli Istituti zooprofilattici di Teramo e di Roma.
Su disposizione della direzione generale della Sanità animale e dei farmaci veterinari del ministero della Salute, sono in corso ulteriori ispezioni per verifica presso allevamenti la possibile detenzione illecita di farmaci o sostanze non
autorizzate indebitamente utilizzate. Inoltre insieme alle Asl regionali si stanno campionando «matrici ambientali» cioè uova in guscio, pelle e grasso, mangimi e acque di abbeveraggio.
Umbria
Dopo il sequestro cautelativo di 280 mila uova avvenuto venerdì 1 settembre, da sabato i tecnici e i veterinari della Usl Umbria1 sono al lavoro in un secondo allevamento avicolo umbro, in zona Gualdo Tadino.
«Continua l’opera di verifica puntuale in tutti gli allevamenti avicoli umbri, attraverso un’azione concertata tra Regione Umbria, Usl e Istituto zooprofilattico Umbria-Marche, a tutela della salute pubblica», dice l’assessore umbro alla Sanità, Luca Barberini, spiegando che «i valori sinora riscontrati sono al di sotto della soglia di pericolosità per l’uomo, ma tutte le uova che presentano eventuali concentrazioni di Fipronil, con livelli superiori a quanto indicato dal ministero della Salute, vengono comunque distrutte». L’assessore alla sanità ha fatto sapere che dopo il sequestro amministrativo cautelativo, di carattere sanitario, è scattato il meccanismo di allerta finalizzato al recupero di eventuali prodotti già messi in commercio, facilmente rintracciabili in base al lotto di produzione, per evitare eventuali consumi a rischio. «A tale proposito – sottolinea l’assessore – è opportuno chiarire che, per l’uomo, il livello tossicità del ‘Fripronil’ è sopra lo 0,72 mg/kg, mentre quello rilevato nelle uova sequestrate è di 0,047 mg/kg, quindi di gran lunga inferiore». Barberini evidenzia infine che «sono stati sequestrati anche tutti gli animali a rischio nell’allevamento, circa 47 mila capi, e sono in corso indagini per capire le cause esatte della contaminazione, e cioè se dovuta alla movimentazione di pollame contagiato in altri territori italiani o europei o a un utilizzo improprio dell’insetticida».
Marche
Il Ministero della salute ha diffuso il richiamo di quattro lotti di uova di varie categorie provenienti dall’allevamento Società Agricola Fattorie Valle del Misa di Ostra Vetere, in provincia di Ancona, per presenza di fipronil.
Le uova richiamate appartengono ai lotti 31 2017, 32 2017, 33 2017 e 34 2017 e riportano sul guscio il codice allevamento 3IT036AN089. Il provvedimento è stato disposto dai Servizi veterinari dell’Area vasta 2 -Asur Marche perché in un campione di uova proveniente da questi lotti è stato riscontrato un livello di fipronil di 0.98 mg/kg, superiore al limite di tossicità acuta di 0.72 mg/kg. Il Ministero della salute invita i consumatori in possesso di uova appartenenti a questi lotti a non consumarli e restituirli al punto vendita di acquisto.
Savona e Cuneo
Scatta il ritiro dal mercato delle uova contaminate dal Fipronil. All’indomani dei controlli effettuati dall’Asl2 savonese e dai carabinieri dei Nas, un terremoto scuote il mercato alimentare. L’azienda sanitaria ribadisce che «il livello di antiparassitario rilevato è ben al di sotto dalla soglia di rischio», ma per il momento i consumatori non troveranno nei supermercati e nei negozi prodotti del territorio. I campioni prelevati durante i controlli nell’azienda avicola di Alberto Moretti di Piana Crixia e alla «Miluovo» di Millesimo, sono stati inviati ad un laboratorio specializzato di Teramo.
«I tecnici valuteranno se, e con quale concentrazione, il Fipronil è presente su uova e mangimi per capire l’entità della contaminazione» spiega Marco Lovesio, direttore della struttura sanità animale e igiene degli allevamenti dell’Asl 2. In attesa delle analisi, alla “Miluovo” di Millesimo sono state bloccate 16mila uova: 6mila erano pronte per essere smerciate in tutta la Liguria. Le altre in magazzino dove Giovanni Pasio, non produce, ma confeziona prodotti acquistati a Narzole (Cuneo). Il proprietario si ritiene «vittima di una vicenda assurda». Alberto Moretti invece alleva galline, ma integra le uova prodotte a Piana con altre comprate in provincia di Cuneo. Il suo impianto è stato sottoposto a vincolo sanitario in attesa dell’esito delle analisi: potrà insomma continuare a produrre uova, ma senza venderle finché non ci sarà la certezza che non siano contaminate. Moretti, già ieri, ha avvisato tutti i punti vendita affinchè ritirassero le confezioni. «Siamo noi i primi a voler capire – spiega -. Abbiamo predisposto accertamenti in autocontrollo ed era tutto a posto. Mai usato Fipronil. Attendiamo l’esito dei prelievi».
Ma la Valbormida non è che l’ultima area toccata dall’inchiesta. «Il Ministero ha messo in atto un piano straordinario per scongiurare contaminazioni» interviene Mauro Negro, direttore del dipartimento prevenzione dell’Asl Cuneo1.
Il 30 agosto intanto ha avuto luogo a Bruxelles la riunione del Comitato PAFF, nella Sezione che si occupa della sicurezza tossicologica nella catena alimentare. La riunione era stata convocata per discutere di aspetti tecnici correlati alla crisi conseguente alla contaminazione da fipronil in allevamenti destinati alla produzione di uova.
Sono stati precisati i termini per la notifica delle allerte nel sistema europeo e il conseguente avvio delle procedure di ritiro e richiamo, le modalità di gestione degli animali e delle uova negli allevamenti interessati dalla contaminazione, sono stati stabiliti i fattori di concentrazione da applicare per la valutazione di conformità degli ovoprodotti.
Inoltre la Commissione europea ha chiesto agli Stati Membri di raccogliere dati nell’ambito di un piano di monitoraggio ad hoc per il settore delle ovaiole in allevamento, sulle uova e sulle carni di ovaiole al mattatoio, per la ricerca anche di altri potenziali antiparassitari contaminanti.
Infine è stato richiamato l'obbligo degli operatori del settore alimentare di adottare, alla luce delle comunicazioni sin qui diffuse, misure idonee ad assicurare l'immissione sul mercato di prodotti sani e sicuri.
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