di
Giovanni Fez
11-12-2013
La marijuana di Stato è legge in Uruguay. Alle 22.38 di martedì (ora uruguayana) il Senato della piccola nazione sudamericana ha approvato in via definitiva la legge che legalizza e regola la produzione e la commercializzazione della marijuana. “Un passo avanti enorme per combattere il narcotraffico e il potere dell’illegalità” ha detto il presidente uruguayano Mujica.
La legge (di cui trovate il testo integrale nell'allegato Pdf in fondo alla pagina) entrerà in vigore entro quattro mesi, quando verranno approvati i regolamenti. Il dibattito, durato l’intera giornata, si è concentrato sul timore che aumenti il consumo di marijuana, sugli effetti dannosi per la salute e sulle difficoltà a definire un regime corretto di controllo per l’applicazione della legge stessa. La discussione era iniziata intorno alle 10.30 del mattino con una trentina di media internazionali a seguirlo. La scelta del presidente Mujica (Cannabis legal) ha destato grande interesse a livello internazionale ma anche molte critiche; numerose nazioni però si sono dichiarate d’accordo nell’intendere questo passo come un tentativo efficace per combattere lo strapotere dei narcotrafficanti. La legge prevederà un massimo di acquisto per i consumatori presso farmacie autorizzate e registrate in un database del governo. Ai cittadini sarà permesso coltivare poche piante all’anno presso le abitazioni. La legge è stata in un primo momento criticata anche dalla maggioranza della popolazione, ma il presidente Mujica l’ha portata nel luglio scorso alla Camera Bassa del congresso dove è passata sostenendo che attualmente appare come uno degli strumenti potenzialmente più efficaci per porre fine alle violenze e al business dei criminali della droga. “Il nostro paese non può attendere il consenso internazionale su questa materia” ha detto il senatore Roberto Conde della maggioranza. “Il crimine organizzato ha fatto dell’Uruguay un paese di transito per le droghe come la marijuana dal Paraguay e la cocaina dalla Bolivia”. L’utilizzo della marijuana era già legale in Uruguay, un paese di 3,3 milioni di abitanti e uno dei più liberali dell’America Latina, ma non lo erano la coltivazione e la vendita che invece sono stati sdoganati con questa legge. Paesi come il Canada, l’Olanda e Israele hanno programmi per la coltivazione della cannabis terapeutica ma non permettono la coltivazione della marijuana per utilizzi diversi; gli stati americani del Colorado e di Washington, per esempio, hanno legalizzato l’uso ricreativo della cannabis. Ma non tutti sono convinti della positività di questa scelta. I conservatori hanno dato battaglia e il deputato Alfredo Solari, medico, durante il dibatito in Senato non ha mancato di sottolineare gli effetti dannosi della marijuana sulla salute, come danno cerebrale, difficoltà nell’apprendimento, diminuita coordinazione e perdita di memoria. La maggioranza, dal canto suo, ha sottolineato come il consumo sia un fatto ormai da molti anni e come la legge abbia come unica finalità di far emergere un business che altrimenti sarebbe rimasto sotterraneo e illegale continuando a dare forza ai criminali. Gli oppositori replicano a Mujica che la legalizzazione della marijuana probabilmente non favorirà un aumento del consumo della cannabis stessa ma aprirà le porte a droghe più pesanti. Ora saranno in molti ad attendere Mujica alla prova dei fatti.
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