di
Paolo Ermani
28-06-2013
Con una storica sentenza la Corte Suprema Usa ha stabilito che il matrimonio non può essere solo quello tra uomo e donna, dichiarando incostituzionale il Defence of Marriage Act (DOMA) che finora ha discriminato le coppie gay e lesbiche. Attribuire tanta importanza alle nozze non costituisce però una discriminazione nei confronti delle coppie di fatto? Quali diritti per i conviventi, eterosessuali ed omosessuali, che non intendono sposarsi?
Grandi feste perché negli Stati Uniti si apre la porta ai matrimoni fra omosessuali.
Premetto che non ho assolutamente nulla contro l’omosessualità e chiunque può stare liberamente con chi vuole come gli pare e piace ma mi chiedo perché sia così importante sancire e festeggiare la possibilità del matrimonio.
Mi rendo perfettamente conto che per chi è sempre stato ferocemente discriminato è una grande soddisfazione avere un “riconoscimento ufficiale” ma forse non si riflette abbastanza sul fatto che dare tutta questa importanza al matrimonio discrimina le tante persone che stanno assieme, omosessuali e non ma che non hanno alcuna intenzione di sposarsi o perché non sono religiose o perché comunque non hanno bisogno di una ratifica ufficiale della loro unione né da parte dello stato, né da parte di nessuna chiesa. Per loro probabilmente la migliore ratifica è l’amore che provano l’uno per l’altro.
In Italia i non sposati ma conviventi [1] anche da anni, in fatto di diritti della coppia è come se non esistessero. Varie sono le discriminazioni, solo per segnalarne alcune: i conviventi non possono adottare figli, in caso di incidente o ospedalizzazione sono i parenti quelli da avvertire e che ufficialmente possono stare vicino alla persona, il convivente non ha diritti di eredità e non esiste vedovanza, non percepisce gli assegni familiari anche se il compagno/a non lavora, non ha possibilità decisionale sull’espianto degli organi e così via.
I matrimoni però sono sempre più in crisi e si organizzano incredibili pranzi, cene, inviti, messe solenni, book fotografici, viaggi di nozze, vestiti e sfarzi vari per un matrimonio che ormai dura sempre meno e costa sempre di più. Infatti quasi non esiste coppia che non sia separata e con uno o più divorzi alle spalle e dato che con il matrimonio si stabilisce un legame ufficiale, quando saltano molte volte fanno aumentare vertiginosamente le parcelle degli avvocati e diminuire i soldi nelle tasche degli sposati. Quindi si spende per sposarsi e per dividersi, non sembrerebbe un bell’affare a maggior ragione nei famosi tempi di crisi.
Liti e odi furibondi si scatenano spesso, soprattutto se ci sono di mezzo carte, burocrazia e quello che ne consegue. Ci si chiede in molti di questi casi, dove si passa dall’amore eterno all’odio viscerale, se il matrimonio non era solo un aspetto formale o di comodo che forse poco aveva a che vedere con i sentimenti in gioco.
Senza questi imprimatur probabilmente i conflitti potrebbero risolversi in maniera più semplice e magari anche con meno stress. Sarebbe quindi forse il caso di avere uguali diritti per tutti senza che venga discriminato davvero più nessuno.
1. A Milano è stato presentato il vademecum dei diritti dei conviventi
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