di
Zoran Menez
21-12-2010
A parte analisi sociologiche più approfondite condotte da professionisti capaci di indagarne le cause scatenanti, anche storiche, ed escludendo peccati imperdonabili come l'ipocrisia, la mancanza grave di curiosità e di senso civico è connaturata negli italiani: ma esistono peccati peggiori dell'attrazione malata e compulsiva verso 'l'usa e getta'? Non ci avete mai pensato? Bene. Anzi, male.
A parte analisi sociologiche più approfondite condotte da professionisti capaci di indagarne le cause scatenanti, anche storiche, ed escludendo peccati imperdonabili come l'ipocrisia, la mancanza grave di curiosità e di senso civico è connaturata negli italiani: ma esistono peccati peggiori dell'attrazione malata e compulsiva verso 'l'usa e getta'? Non ci avete mai pensato? Bene. Anzi, male.
Provate ad accendete il vostro Io più lucido, quell'interiorità sopita che è dentro ogni donna e ogni uomo: per quale assurdo motivo vi risulta sensato essere circondati di paccottiglia, oggetti assurdi e vere e proprie vaccate usa e getta?
Perché ci facciamo condizionare la vita da cose inutili, che non ci servono e non ci rendono più felici (semmai è il contrario)?
Ogni analisi ci dice che la percezione della felicità degli italiani ha raggiunto il suo picco con i primi anni del boom economico (1960, quando l'usa e getta quasi non esisteva), per poi degradare lentamente ma inesorabilmente verso la mancanza di senso, la nevrosi, l'infelicità, gli attacchi di panico e altre manie compulsive.
Siamo circondati da oggetti che non ci servono, che sono concausa di stili di vita fonti di ansia e di stress per procurarseli (come la cocaina…), con lavori spesso massacranti, straordinari, doppi lavori, anche sei giorni su sette.
Siamo il popolo col maggior numero di auto e telefonini procapite, teoricamente potremmo avere informazioni e muoverci comodamente e anche (secondo la pubblicità) con piacere. E invece?
E invece, bastano 5 centimetri di neve a renderci simili a criceti che corrono su una ruota, senza rendersi conto che sono fermi. Che tanta frenesia non porta da nessuna parte.
Milioni di persone con 5 centimetri di neve, sembra che non vedano l'ora di farsi sequestrare nelle loro scatolette di latta, per rimanere immobili a contemplare quello che sono: numeri.
In 'coda'. Fermi.
L’opposto della pubblicità con auto che corrono da sole nel nulla…
Di tutto questo, alla società Autostrade, all'Anas, a Trenitalia, ai petrolieri non importa un beato niente. Nulla. Lo zero virgola zero di niente. Non valete nemmeno lo spargimento del sale, sembra sottinteso, o di informazioni aggiornate decentemente.
Quanti milioni sono le persone in questo Paese, che se non hanno l'ultimo modello di telefonino o diavoleria elettronica si sentono degli esclusi sociali, condannati all'usa e getta più compulsivo e senza senso? A tutti piace vivere così? Assolutamente no: molti sono 'costretti' (dicono).
Ma se non accendiamo il cervello, e non iniziamo a scegliere smettendo di sprecare denaro, tempo, benzina, cibo, non potremo mai neppure sognare una vita migliore, quella che qualcun (altro non tu) ha pensato sia legittima. La 'migliore delle vite possibili'? Opinabile.
Una massa di italiani sconcertante passa il suo tempo (...) 'libero' in non-luoghi come i centri commerciali, gli outlet (dio mio: gli outlet! Dove si compra a costi minori quanto è socialmente accettato come 'firmato'), dove alla fine paghiamo il doppio o il triplo una camicia perché sopra c'è stampata una piccola foglia o un animale stilizzato.
I 'non luoghi' in realtà sono molto utili: per gli azionisti delle multinazionali e delle aziende che producono cemento certamente. Per questi i 'non luoghi' sono essenziali. Monumenti allo spreco e all'usa e getta, dove si entra solo in auto e a volte ti chiedono pure di pagare il parcheggio...
Fra pochi giorni è Natale, e anche per sterili convenzioni idolatre riempiremo di vaccate, spesso usa e getta, le persone che ci sono vicine. Le riempiremo di regali usa e getta, cose a basso costo prodotte in Paesi senza alcuna tutela sociale e ambientale: perché qualcosa bisogna regalare. Perché le convenzioni sociali sono legami ancora più stretti di quelli parentali. Perché è 'tradizione'.
Siamo circondati da oggetti inutili, moltissimi usa e getta, che consumano - ogni giorno peggio - la capacità di rigenerazione dell'ecosistema terrestre.
Dopo 200 anni siamo ai colpi di coda di quello che i politici chiamano 'sviluppo', ed è lampante anche al meno brillante studente di liceo che da così in alto nello spreco si può solo… scendere; e nonostante le persone vivano sempre peggio, con sempre meno soldi, con contratti di lavoro sempre peggiori anno dopo anno, continuiamo a consumare noi stessi, l'unica vita che abbiamo, dietro lavori di merda e dietro a solenni vaccate.
La fenomenologia del gratì, azzardo a definirla.
Tendenzialmente un oggetto del tutto inutile, se non dannoso: consumare energia inutilmente è una azione autolesionista, biocida.
In cima alla catena alimentare e di comando del pianeta, sommerso di nocività prodotte dal nostro 'stile di vita occidentale', vedi per produrre energia, ci siamo sempre noi. Mica altri, noi.
Ognuno di noi.
In quanti milioni di case è presente un oggetto che per grattare il formaggio consuma energia elettrica invece di usare le mani e una fottuta grattugia su e giù per un minuto?
Per quale demenziale pigrizia non possiamo grattare il formaggio come per mille anni prima di noi hanno fatto milioni di esseri umani?
Cosa ci induce a ritenere lecita una vita basata sull'usa e getta? Magari di oggetti che una volta rotti non vengano neppure riparati da nessuno, ma semplicemente infilati in un cassonetto stradale per comprarne un altro? (L'isola ecologica? Naaaa, ma dov’è? Ma dai, troppo lontana!...)
Avete una vaga idea dei milioni di rifiuti elettrici ed elettronici come questi che ogni anno vengono gettati in discariche non attrezzate a contenerne il potenziale biocida? Ce l'avete una vaga idea?
Bene, anche se non ce l'avete se avete letto fino a qui - siete liberi di mandarmi al diavolo - magari la smetterete di regalare - o solo accettare - oggetti usa e getta prodotti con l’utilizzo di materie prime ed energia fossile. Oggetti del tutto inutili.
Come i piatti di plastica: è uno schifo mangiare nei piatti di plastica o bere nei bicchieri di plastica.
Guardate i vostri bambini, se ne avete: sono circondati di giocattoli (8 volte su 10 usa e getta, spesso alimentati a pile usa e getta) di cui non gli importa assolutamente nulla e che non li renderanno più felici. I vostri figli passano più tempo con pupazzetti di plastica (o a guardarli in televisione) che con voi, che lavorate come dei muli per comprare tutte queste solenni e inoppugnabili vaccate.
La vogliamo finire?
Ce la facciamo a non incorrere nel peccato più imperdonabile per la nostra bulimica specie nel mondo occidentale?
Ce la facciamo a smetterla con l'usa e getta, senza aspettare che altri lo decidano per noi tramite leggi o riconversioni (lentissime...) della produzione industriale, dovute a niente altro che un petrolio oltre i 100 dollari al barile? (E meno male che il petrolio sarà sempre più caro, così, forse, smetteremo di sprecarlo in solenni porcate come le bottiglie usa e getta per l’acqua minerale).
Fermatevi e ascoltatevi, fate silenzio. Fermatevi, e ascoltatevi.
Voi avete valore: gli oggetti inutili che vi circondano no. Quegli oggetti per essere prodotti hanno consumato più materie prime e acqua potabile che tutte le azioni umane fino al 1500, inquinando la biosfera. La vostra casa è una concentrazione di inquinanti: sappiate che se gettate (sì, quelle cose lì) in discarica senza preoccuparvi di cosa accade una volta chiuso il coperchio del cassonetto, sappiate che voi o dei vostri simili 'avranno a che fare' con gli inquinanti scaricati nelle matrici che rendono possibile la vita: aria, terra, acqua.
Mettete al bando l'usa e getta dalla vostra vita, senza aspettare lo Stato o l'Unione europea e nemmanco 'l'ambientalismo a giorni alterni' di Obama. Allora, forse, per alcuni il 2011 sarà un anno più sensato di questo, e il pianeta starà meglio. Voi siete più importanti di quegli stupidi oggetti inutili.
Liberate la vostra vita da tutte quelle cose inutili, e bene, facendo attenzione al recupero delle materie prime di quegli oggetti per quanto vi è possibile. Da una stupida lattina si può fare una intelligente bicicletta. Le informazioni in rete non mancano per sapere come comportarvi.
Nota per il Commendator Gratì:
non ho dubbi che essendo stati così brillanti da vendere milioni di oggetti perfettamente inutili, non avrete difficoltà a produrre e commercializzare qualcosa di utile, un nuovo brevetto, o inventare oggetti senza spreco di energia. Una volta si diceva: "questi venderebbero il ghiaccio agli eschimesi". Beh, complimenti.
I soldi non vi mancano, ne avete sicuramente di più dei vostri clienti.
Ne sono certo, anche voi avreste l'occasione di produrre qualcosa di utile se solo vi fermerete a pensare a cosa diavolo state facendo, guardando nel cuore del vostro cuore e non al conto in banca.
L'ipocrisia, la mancanza grave di curiosità e di senso civico. Sono comunque le precondizioni per lasciarsi sopraffare dall’usa e getta (e il cerchio si chiude).
Come sono organizzati, nella discarica?
Prima separano tutto ciò che si può riutilizzare, poi bruciano il resto, in questi grandi falò all’aperto. Può immaginarsi con quale facilità si diffondano le sostanze tossiche nel terreno e nei fiumi.
Vedo che usano soprattutto bambini, disse l’italiano.
Hanno le mani molto piccole, indispensabili nello smontaggio, e se ne trovano in abbondanza. Ex bambini soldato senza famiglia, e quindi disposti a tutto pur di mangiare, replicò il liberiano.
Dovreste impedirlo.
Eh già. E voi dovreste smettere di mandare la vostra spazzatura in Africa, sospirò il tenente.
Francesco Abate e Massimo Carlotto, L’albero dei microchip, Edizioni Ambiente
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