Val Susa, il business degli sci contro i No Tav: "guastano il fatturato"

Temendo che eventuali disordini possano scoraggiare l'afflusso degli sciatori, gli opinion leader del grande comprensorio sciistico della Val di Susa arrivano a ventilare una class action contro i cittadini che da anni portano avanti la battaglia civile contro la linea ad alta velocità Torino-Lione.

Val Susa, il business degli sci contro i No Tav:
Class action contro i No-Tav? Il fantasma dell’azione legale di massa contro gli oppositori della Torino-Lione è stato agitato in alta valle di Susa alla vigilia della mobilitazione popolare dell’8 dicembre, data simbolo della resistenza civile che nel 2005 a Venaus portò alla 'riconquista' simbolica del primo cantiere e al blocco del progetto iniziale dell’alta velocità ferroviaria fra Italia e Francia. L’8 dicembre 2005 fu anche l’inizio dello sdoganamento mediatico della valle 'ribelle': non più percepita soltanto come tenace minoranza territoriale, ma anche come ipotetica avanguardia italiana sulla strada della difesa dei beni comuni. Nonostante questo, il polo turistico della neve ora teme che i 'cugini' della bassa valle possano guastare la festa del ponte dell’Immacolata. Da Sestriere a Bardonecchia, gli opinion leader del grande comprensorio sciistico tremano, paventando il rischio che eventuali disordini possano bloccare l’autostrada e quindi scoraggiare l’afflusso degli sciatori. E arrivano al punto di ventilare addirittura una class action contro la stragrande maggioranza dei valsusini: erano quasi centomila i manifestanti accorsi a Chiomonte il 3 luglio, nella prima di una lunga serie di giornate sfociate anche in forti tensioni con le forze dell’ordine, fino alla ripetuta chiusura temporanea dell’autostrada. Non una parola di comprensione, dall’alta valle di Susa, per le ragioni di una battaglia civile che ha conquistato le prime pagine della cronaca italiana: la valle resiste da vent’anni al progetto della Torino-Lione ritenendolo devastante, finanziariamente insostenibile e totalmente inutile. Ragioni che 150 docenti universitari di tutta Italia hanno sottoposto al presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, perché inviti il governo a ripensarci, nonostante la granitica irremovibilità dei maggiori partiti: ripetono che la Torino-Lione si deve fare, punto e basta, senza mai fornire una valida spiegazione a sostegno di un’opera così faraonica e così fortemente osteggiata dalla popolazione. L’alta valle di Susa, coi suoi palazzi turistici da sempre semideserti per undici mesi all’anno, sembra vivere su un altro pianeta, artificiale e teoricamente felice, ancorché sciaguratamente assediato dalla sventura dell’Italia reale, quella che – da Roma a Susa – sta precipitando nella crisi più nera. Sestriere, prestigiosa capitale sciistica internazionale al centro degli impianti della Via Lattea e cuore delle Olimpiadi Invernali del 2006, è un tumore di cemento cresciuto a duemila metri di quota. Dominano l’orizzonte le torri e i palazzi smisurati di Sauze d’Oulx, illusione ottica di metropoli alpina, anch’essa sfiorata dall’effimero benessere olimpico che ha sfregiato Cesana con la colossale trincea della pista di bob e anche Bardonecchia, che negli anni ’90 ottenne suo malgrado un triste primato: fu il primo Comune, a nord del Po, ad essere disciolto per presunte infiltrazioni mafiose legate al business turistico del cemento. A proposito di class action: in molti casi, nel piccolo paradiso dello sci, del territorio alpino – bene comune – è stato letteralmente fatto scempio. Articolo tratto da LIBRE

Commenti

che desolazione infinita... la stupidità umana non ha confine .mi da il vomito sentire di questa idea di class action.Popolo NO TAV sono con voi, da lontano ,ci sono e faccio a testa alta la mia parte.(ho tralaltro condiviso per anni i monti vicino agli scempi,alpeggiando con le mie pecore)
mimma, 07-12-2011 12:07

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