"Il riscaldamento globale e' una crisi europea e abbiamo bisogno di una soluzione europea. Sono d'accordo con il principio della proposta Stopglobalwarming.eu, siamo insieme in questa sfida, e quindi a favore dell'istituzione di una tassa sulle emissioni di CO2. Il grande scontro adesso non e' tra coloro che vogliono il carbon pricing e tra i "negazionisti" dei cambiamenti climatici. Il vero pericolo e' che la Commissione e l'establishment stanno proponendo una soluzione neoliberale, che va nella direzione opposta di una tassa sulla CO2. Se e' il mercato a decidere il prezzo giusto sulla CO2, e' una catastrofe. Noi non vogliamo un prezzo di mercato, vogliamo una tassa democratica, decisa insieme, i cui ricavi vadano alle famiglie piu' povere". Cosi' Yanis VAROUFAKIS, cofondatore di DiEM25 (Democracy in Europe Movement), ex Ministro greco dell'economia nel corso della prima maratona online di 12 ore contro il Riscaldamento Globale organizzata da Eumans!, a favore dell'iniziativa formale, con raccolta firme, stopglobalwarming.eu, che fra le diverse azioni di sensibilizzazione sul tema attualmente in corso si distingue per essere una ICE (iniziativa di cittadini europei), e per legge dovra' essere discussa dalla Commissione Europea, appena verra' raggiunto il traguardo del milione di firme (c'e' tempo fino al 20 gennaio 2021).
Stopglobalwarming.eu, promossa dall'ex europarlamentare Marco Cappato insieme a esperti come Alberto Majocchi (Professore Emerito di Scienza delle Finanze all'Universita' di Pavia) e Monica Frassoni (ex co-Presidente del Partito Verde Europeo), al raggiungimento dell'obiettivo chiedera' alla Commissione Europea di impegnarsi a elaborare la proposta legislativa di fermare il riscaldamento globale spostando le tasse dalle persone all'ambiente, e dunque tassando le emissioni di CO2 e riducendo le tasse sul lavoro. Secondo la proposta, chi emette anidride carbonica in Europa pagherebbe un prezzo a tonnellata (dai 50 euro iniziali a 100 dopo 5 anni) incentivando il risparmio energetico e le fonti rinnovabili. Il ricavato andrebbe a beneficio dei lavoratori, con una riduzione delle tasse in busta paga. In questo modo l'Unione Europea potrebbe ricavare un tesoretto di 180 miliardi di euro all'anno per ridurre la pressione fiscale sui lavoratori europei.
"Se chiudiamo un'azienda inquinante, per esempio, a Taranto e poi importiamo merce da Paesi altamente inquinanti come Vietnam o Bangladesh, abbiamo fallito. Facciamo solo finta di essere "green", ma non lo siamo, perche' consumiamo prodotti altamente inquinanti. E temo che l'Unione Europea non sia seria su questo - ha continuato VAROUFAKIS -. La cosa peggiore che l'Unione Europea sta facendo e' prendere buone idee e applicarle in una modalita', che di fatto e' green washing, non facendo nulla di concreto per l'ambiente, ma usando i concetti di ambiente ed ecologia solo per giustificare politiche ingiustificabili". "Ci troviamo davanti ad una combinazione di due scenari importanti: da un lato la piu' grande quantita' di fondi mai avuti dall'Europa nella sua storia, tutti concentrati nel settore finanziario, e dall'altro il piu' basso livello di investimenti. Questa disparita' sta causando uno scarsissimo investimento nelle tecnologie verdi e in settori "reali", come il lavoro, la sanita' e l'educazione pubblica. L'insoddisfazione per questa disparita' sfocia in fenomeni di populismo e xenofobia".
Marco Cappato, promotore di Stopglobalwarming.eu e fondatore di Eumans, movimento paneuropeo di cittadini, ha aggiunto: "Non solo l'ambiente, anche la democrazia e' a rischio. Se falliamo l'obiettivo di ridurre le emissioni di CO2, alla fine la democrazia sara' percepita come uno strumento inefficace per fronteggiare le importanti sfide del nostro tempo. La strada per rendere l'Unione Europea piu' democratica e' attivare il piu' possibile gli strumenti di democrazia partecipativa, come stiamo facendo con la raccolta delle firme sull'Iniziativa dei Cittadini europei StopGlobalWarming.eu per spostare le tasse dal lavoro alle emissioni".