Sport e dieta vegan, chi l’ha detto che non si può?

Meagan Duhamel, pattinatrice canadese, argento alle ultime olimpiadi, è l’ennesimo esempio che la dieta vegana e l’attività sportiva, anche ad alti livelli, sono totalmente conciliabili.

Sport e dieta vegan, chi l’ha detto che non si può?

Meagan Duhamel, 28 anni, canadese, è una pattinatrice su ghiaccio. Alle ultime Olimpiadi, svolte a Sochi, ha vinto la medaglia d’argento in coppia con Eric Radford nella gara a squadre. Fin qui niente di rilevante, se non fosse che l’atleta in questione è vegana, ovvero segue un’alimentazione totalmente vegetale. «Sono vegana dal dicembre del 2008 – afferma la pattinatrice – non mangio quindi carne, latte, formaggio o qualsiasi cosa provenga dal mondo animale. Tante persone mi dicono che non potrebbero mai essere vegan. Vorrei invece che la gente capisse e si rendesse conto che non è poi così difficile diventarlo e penso che sia alla portata di tutti essere in grado di prendere una decisione come il passaggio a uno stile di vita vegan». Meagan non è la prima professionista sportiva a fare una tale scelta alimentare, salutare e rispettosa dei diritti animali. Nel corso della storia dello sport ci sono molti casi di atleti vegetariani e vegani: Dave Scott, campione mondiale nell’Ironman di Triathlon; Edwin Moses, campione olimpico con record mondiale nei 400 metri ad ostacoli; Martina Navratilova, campionessa di tennis; Carl Lewis, che ha eguagliato il primato che apparteneva al mitico Jesse Owens, ovvero vincere quattro titoli olimpici nella stessa edizione dei Giochi: oro nei 100 e 200 metri, nel salto in lungo e nella staffetta 4x100. E poi ancora Scott Jurek, Elias Broms, Andreas Cahling, Billie Jean King, Debbi Lawrence, Desmond Howard, Paavo Nurmi, Pierre Vérot, Ridgely Abele, Robert Sweetgal, Al Oerter, Anthony Peeler, Bill Pearl, Murray Rose, Ruth Heidrich.
Tralasciando l’importante aspetto etico della scelta vegana, già ampiamente trattato sulle colonne del nostro giornale, vediamo come conciliare lo sport, sia a livello professionistico che amatoriale, con la dieta vegetariana , o addirittura, vegana.  Il mito della carne come alimento base per un buon allenamento e per raggiungere risultati soddisfacenti è ben presto sfatato. I benefici di una dieta a prevalenza vegetariana sono supportati da una ampia bibliografia internazionale: l'esclusione dei cibi di origine animale comporta dei vantaggi per la salute, come la prevenzione del diabete di tipo II, la riduzione nel sangue di lipidi e colesterolo, dell'ipertensione, di malattie cardiovascolari e di tumori. Molto importante poi è il controllo del peso corporeo, soprattutto nello sport. «Nel pattinaggio il peso corporeo delle ragazze è fondamentale – afferma EricRadford, partner della Duhamel – Esso influenza tantissimo la performance e con l’alimentazione vegana Meagan riesce sempre ad essere in condizioni ottimali». Ovviamente ci sono sport e sport, quelli in cui è basilare mettere massa muscolare, come il body building o il pugilato, e quelli invece in cui troppa massa muscolare è controproducente, come la maratona e gli sport di resistenza. In media stat virtus, quindi ogni atleta vegano baserà il proprio programma alimentare in base alla tipologia di allenamento che dovrà sostenere. In ogni caso, però, di fondamentale importanza sarà il ferro, poiché le elevate esigenze di ossigeno per i tessuti periferici implicano un rapido turnover dell'emoglobina, la molecola che lo trasporta all'interno degli eritrociti, ma anche di mioglobina, la molecola di deposito muscolare dell'ossigeno. E i vegetariani e vegani lo dovranno assumere in quantità maggiore rispetto ad una dieta onnivora. E, oltre al ferro, sarà importante l’assunzione di proteine, calcio, vitamina D e B12, quest’ultime molto carenti nella dieta vegana.
Patrik Baboumian, body builder tedesco, vegetariano dal 2005 e vegano dal 2011, spiega così la sua dieta: «Per ottenere l’energia e la forza che mi servono durante gli allenamenti, mi alimento con moltissime quantità di carboidrati, come riso, patate e avena, e con frutta, legumi e ortaggi. Visto che devo assumerne in quantità elevata e avrei difficoltà a mandarle giù, ricorro a spremute e frullati. Quindi li assumo in forma liquida». Patrik è diventato ben presto un esempio nel mondo dello sport, tale da indurre la Peta (People for the Ethical Treatment of Animals) a chiamarlo come testimonial (guarda il video alla fine dell’articolo).
In conclusione, è posizione dell'American Dietetic Association (ADA), la più grande organizzazione mondiale di nutrizionisti professionisti, che le diete vegetariane correttamente pianificate, comprese le diete totalmente vegane, sono salutari, adeguate dal punto di vista nutrizionale, e possono conferire benefici per la salute nella prevenzione e nel trattamento di alcune patologie. Le diete vegetariane ben pianificate sono appropriate per individui in tutti gli stadi del ciclo vitale, ivi inclusi gravidanza, allattamento, prima e seconda infanzia e adolescenza, e per gli atleti.

La forza deve costruire, non distruggere.
Dovrebbe superare solo se stessa, non sopraffare i più deboli.
Usata senza responsabilità, non causa altro che danno e morte.
Riesco a sollevare le cose più pesanti, ma non posso togliermi di dosso la responsabilità.
Perché il modo in cui usiamo la nostra forza definisce il nostro destino.
Che tracce lascerò sul mio cammino verso il futuro?
Dobbiamo davvero uccidere per vivere?
La mia vera forza sta nel non vedere la debolezza come debolezza.
La mia forza non ha bisogno di vittime.
La mia forza è la mia compassione.

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