di
Alessandra Profilio
26-10-2010
Per sanare il deficit pubblico, il governo britannico ha deciso di mettere in vendita le foreste del Regno Unito. Boschi millenari, come quello di Sherwood, potrebbero così essere trasformati in centri sportivi e parchi giochi. L'ennesima deriva del neoliberismo.
Foreste britanniche in vendita per affrontare la crisi economica. Secondo quanto annunciato in anteprima dal Sunday Telegraph, il ministro dell’Ambiente Caroline Spelman presenterà nei prossimi giorni il piano per cedere circa metà dei 748.000 ettari di selve oggi controllati dalla Commissione forestale.
A rischio privatizzazione anche la foresta di Sherwood, vicino Nottingham, meta ogni anno di almeno mezzo milione di turisti e teatro del Robin Hood Festival, caratteristico spettacolo in atmosfera medievale animato da attori in abiti dell’epoca, giullari, alchimisti e mangiatori di fuoco.
Ma al di la di questo, si tratta della privatizzazione degli ultimi commons rimasti, e tra i più preziosi. Dalle foreste dipende la sopravvivenza dell'intero pianeta, affidarne la gestione ai privati sembra senz'altro una svendita di un patrimonio che non può essere convertito in denaro.
Il piano del governo prevede infatti anche modifiche alla Magna Carta del 1215, in particolare alla parte del documento che regola la gestione di foreste antiche come quella di Sherwood, appunto, e la foresta di Dean, scenario di alcune delle imprese di Harry Potter. In base alle nuove misure, i privati cittadini avranno il diritto di abbattere gli alberi e trasformare quei boschi millenari in centri sportivi e parchi giochi.
Una fonte vicina al ministro dell’Ambiente ha dichiarato che con questa iniziativa in realtà si sta cercando di "dare nuova vita ai boschi, portando nuove idee e investimenti" con l’intenzione "di affidare alle comunità locali la tutela del patrimonio".
Stentiamo a crederci. E con noi gli ambientalisti, che non accettano che per sanare il deficit pubblico vengano sacrificati i millenari boschi della Gran Bretagna.
