Veneto. Impianti a biogas, una trappola per l'agricoltura

A Papozze (RO) si è svolta un'assemblea organizzata dai Grillini sugli impianti a biogas della zona. Tra le varie problematiche trattate, oltre agli inquinamenti, l'aumento del costo e degli affitti dei terreni su cui far nascere gli impianti nuovi.

Veneto. Impianti a biogas, una trappola per l'agricoltura
Ho partecipato con Marco Caldiroli ad un'assemblea organizzata dai Grillini di Rovigo su impianti a biogas a Papozze (RO) ed in quella zona, di coltura intensiva di mais soia e barbabietole, si sta diffondendo a tutto spiano la proposta degli industriali per impianti di 999 Kw di potenza per stare dentro i 1000 Kw e avere l'incentivo di 0.28 cent Kwh e rapporti autorizzativi semplificati solo coi sindaci collusi. Oltre agli impianti, concentratori di inquinanti con le solite complicazioni legate al traffico, agli odori e agli inquinamenti vari, il problema grosso che sta venendo avanti è il raddoppio del costo e degli affitti dei terreni (come avvenuto nelle zone del prosecco) con richieste ampie (300-400 ha) per produzione verso gli impianti a biogas, che dopo 15 anni, alla scadenza degli incentivi, lasceranno morti e feriti (terreni esangui e improduttivi, avvelenati da concimi chimici, pesticidi e monocolture da rapina per avere alta produttività). I prezzi dei terreni, in questa crisi irreversibile, renderanno impossibile il ritorno alla terra dei giovani e chi guadagnerà (profitti da 1.5/1.8 milioni all'anno che ammortizzano l'impianto di costo 5 mln circa, in 3/4 anni) saranno industriali gestori e qualche agricoltore (forse) con il 7% delle bollette elettriche di tutti i contribuenti di Papozze e d'Italia. Ancora una volta l'agricoltura è in mano agli insipienti politici ed agli avidi industriali (da noi sono le cantine per il prosecco). Tant'è che di questa avidità devastante se ne è perfino accorta Legambiente che ha titolato la sua rivista sull'energia di questo mese: Governare le rinnovabili. Era ora. Senza piani seri gli istituzionali stanno mandando in fallimento la politica energetica nazionale. Pensate che c'è una richiesta pendente per il 2011/2012 di circa 50.000 impianti di energia rinnovabile per oltre 130 Gw, ovvero più del doppio della potenza elettrica totale ora disponibile in Italia che è di 102 GW (si veda il Sole24Ore del 27.1.2011). Purtroppo in questo senso la moratoria valida fino a fine 2011 del Consiglio regionale veneto per gli impianti a biogas, poiché vale solo sopra i 1000 kwe e il 99% di impianti richiesti è sotto questa potenza, resta una pura moratoria simbolica. Infatti l'esimio Zaia, dopo la nostra assemblea a Papozze, andrà proprio a Papozze nella stessa palestra, con tutto l'establishment burocratico-industrial-pidiessino-legaiolo, a carico del contribuente e degli industriali tedeschi venditori dell'impianto (agricapital), il 25 marzo, a perorare la causa di un devastante impianto a biogas di 999 Kw. Alla faccia della moratoria che ha appena approvato in consiglio regionale, anche se per impianti sopra i 1000 Kw. Alla faccia dei sudditi! Bisogna agire seriamente, prima che lo spasmo pre-mortem degli istituzionali ci annienti tutti attraverso l'annientamento del territorio.

Commenti

Questo è uno strano periodo nel quale qualsiasi argomento è buono per mettere in moto la "macchina del fango" e tutto serve a fare una cattiva politica legata a chi grida più forte e dice maggiori corbellerie. Forse i grillini farebbero meglio ad informarsi, evitando così di affermare a gran voce grandi castronerie. a) chi abbia visitato un impianto a biogas ha constatato come non emetta odori; se poi avesse cercato di capire cos'è la digestione anaerobica capirebbe perchè. b) chi scrive baggianate potrebbe informarsi su cos'è il digestato e capire quindi che l'impianto a biogas rende alla terra quanto la pianta del mais le ha tolto, attraverso l'utilizzo, come concime, di quanto la digestione anaerobica ha prodotto (il digestato appunto) altro che concimi chimici e pesticidi. c) non credevo proprio che Beppe Grillo ed i suoi fossero, anch'essi, al soldo dei petrolieri e vagheggiassero per i ns. figli un mondo asfissiato dalla CO2 e dall'effetto serra, guerreggiando contro le energie rinnovabili e lo sviluppo sostenibile. d)è vero invece che produrre biogas è un'attività essenzialmente agricola che offre una imperdibile occasione di produrre un giusto reddito, che da certezze economiche per un lungo periodo (15 anni) a tutti coloro che sono coinvolti nell'alimentazione dell'impianto siano essi gli agricoltori, i terzisti o i proprietari dei terreni. Non è vero che gli impianti a biogas creino perturbazioni nei prezzi, ma semmai hanno una funzione di equilibrio, garantendo una giusta retribuzione, in contrasto con la speculazione di un mercato ormai globalizzato. Il prezzo del mais si determina negli U.S.A., in Canada o magari in Cina non davvero a Papozze.
Fulvio Aloisi, 10-03-2011 12:10
quoto in pieno le ragioni del sig. aloisi
paolo g., 14-03-2011 12:14
Al commento del sig. Aloisi, che condivido pienamente, vorrei aggiungere alcune domande al sig.Salvador: che lavoro fa? quanti anni hà? dove vive? quale interesse ha affinchè i terreni non aumentino di valore?. Finalmente in agricoltura si prospetta la possibilità di guadagni intressanti per gli agricoltori,di poter uscire dal tunnel dell'emarginazione economica cui sono sempre stati sottoposti i contadini nei confronti degli altri settori economici del paese e a Lui non va bene?L'agricoltura cambia (per fortuna)in tutto il mondo e, se il Sig. Salvador è rimasto ancorato ai vecchi stereotipi del povero contadinello che fatica a sbarcare lunario e che aspira a comprare o affittare un pezzo di terra , è meglio che si ravveda!Oppure è un novello romantico che vorebbe rivedere sui campi buoi e asini? Per quanto mi riguarda io aderisco a questa opportunità, pur amando la mia terra solo meno dei miei figli,conservandola nel modo migliore per loro e per il loro futuro.
Antonio Capodaglio, 28-05-2011 07:28

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