di
Gianluigi Salvador
07-03-2011
A Papozze (RO) si è svolta un'assemblea organizzata dai Grillini sugli impianti a biogas della zona. Tra le varie problematiche trattate, oltre agli inquinamenti, l'aumento del costo e degli affitti dei terreni su cui far nascere gli impianti nuovi.
Ho partecipato con Marco Caldiroli ad un'assemblea organizzata dai Grillini di Rovigo su impianti a biogas a Papozze (RO) ed in quella zona, di coltura intensiva di mais soia e barbabietole, si sta diffondendo a tutto spiano la proposta degli industriali per impianti di 999 Kw di potenza per stare dentro i 1000 Kw e avere l'incentivo di 0.28 cent Kwh e rapporti autorizzativi semplificati solo coi sindaci collusi.
Oltre agli impianti, concentratori di inquinanti con le solite complicazioni legate al traffico, agli odori e agli inquinamenti vari, il problema grosso che sta venendo avanti è il raddoppio del costo e degli affitti dei terreni (come avvenuto nelle zone del prosecco) con richieste ampie (300-400 ha) per produzione verso gli impianti a biogas, che dopo 15 anni, alla scadenza degli incentivi, lasceranno morti e feriti (terreni esangui e improduttivi, avvelenati da concimi chimici, pesticidi e monocolture da rapina per avere alta produttività).
I prezzi dei terreni, in questa crisi irreversibile, renderanno impossibile il ritorno alla terra dei giovani e chi guadagnerà (profitti da 1.5/1.8 milioni all'anno che ammortizzano l'impianto di costo 5 mln circa, in 3/4 anni) saranno industriali gestori e qualche agricoltore (forse) con il 7% delle bollette elettriche di tutti i contribuenti di Papozze e d'Italia.
Ancora una volta l'agricoltura è in mano agli insipienti politici ed agli avidi industriali (da noi sono le cantine per il prosecco). Tant'è che di questa avidità devastante se ne è perfino accorta Legambiente che ha titolato la sua rivista sull'energia di questo mese: Governare le rinnovabili. Era ora. Senza piani seri gli istituzionali stanno mandando in fallimento la politica energetica nazionale. Pensate che c'è una richiesta pendente per il 2011/2012 di circa 50.000 impianti di energia rinnovabile per oltre 130 Gw, ovvero più del doppio della potenza elettrica totale ora disponibile in Italia che è di 102 GW (si veda il Sole24Ore del 27.1.2011).
Purtroppo in questo senso la moratoria valida fino a fine 2011 del Consiglio regionale veneto per gli impianti a biogas, poiché vale solo sopra i 1000 kwe e il 99% di impianti richiesti è sotto questa potenza, resta una pura moratoria simbolica.
Infatti l'esimio Zaia, dopo la nostra assemblea a Papozze, andrà proprio a Papozze nella stessa palestra, con tutto l'establishment burocratico-industrial-pidiessino-legaiolo, a carico del contribuente e degli industriali tedeschi venditori dell'impianto (agricapital), il 25 marzo, a perorare la causa di un devastante impianto a biogas di 999 Kw. Alla faccia della moratoria che ha appena approvato in consiglio regionale, anche se per impianti sopra i 1000 Kw. Alla faccia dei sudditi!
Bisogna agire seriamente, prima che lo spasmo pre-mortem degli istituzionali ci annienti tutti attraverso l'annientamento del territorio.
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