di
Alessandra Profilio
17-02-2011
Il Consiglio comunale di Ventotene ha approvato un progetto per la costruzione di un tunnel da scavarsi nel cuore dell'isola per collegare il porto con il centro del paese. Bruno Panuccio, che lo scorso 20 aprile su quell'isola ha perso la figlia Sara travolta da una frana, denuncia la decisione presa dagli amministratori locali. Ma ovviamente non è il solo. Forte anche la posizione di Wwf che si oppone alla "mostruosità di un simile scempio ambientale".
Il Consiglio comunale di Ventotene ha approvato nei giorni scorsi un progetto per la costruzione di un tunnel lungo oltre 200 metri e largo sei e mezzo da scavarsi nel cuore dell'isola per collegare il porto con il centro del paese.
Con una superficie di 1,54 km2, Ventotene è il comune per dimensioni più piccolo dell'Italia centrale, facilmente attraversabile a piedi.
“E allora a cosa serve quest'opera faraonica?”. Se lo domanda Bruno Panuccio, che lo scorso 20 aprile su quell'isola ha perso la figlia Sara di 14 anni travolta da un crollo a Cala Rossano.
La sua denuncia all' “idea folle” degli amministratori di Ventotene è contenuta in una lettera pubblicata dal quotidiano Terra.
“In tutte le piccole isole del Mediterraneo vige il divieto di introdurre automobili, se non con permessi limitati a veicoli per disabili, ecc., qui invece il sindaco Giuseppe Assenso ha motivato le ragioni di tale opera nel venire incontro alla richiesta dei turisti che, secondo lui, necessitano del loro personale mezzo di trasporto. Per andare dove?”.
La critica alla costruzione del tunnel non dipende però soltanto dall'inutilità di tale opera ma anche dalla considerazione delle caratteristiche dell'isola, interdetta per la quasi totalità a causa della franosità della stessa.
Panuccio afferma poi che la gestione del Comune ha fatto sì che Ventotene avesse uno dei tassi d’abusivismo più alti di tutta Italia, con 2 case su 3 che risultano non censite. Come si legge nella lettera: “Ventotene ha imboccato il tunnel della vergogna civile e molti suoi concittadini, non tutti, ne sono gli artefici con il loro omertoso appoggio ad una giunta che ha nel comportamento criminoso il suo fare quotidiano”.
“Il vostro autolesionismo – conclude Panuccio - denota che non avete nessun amore per quella che una volta era definita la 'Perla del Mediterraneo' ed oggi viene ribattezzata 'l’isola del cemento e del malaffare'”.
Il padre di Sara non è però di certo l'unico a dire 'no' alla costruzione del tunnel a Ventotene. A denunciare la “mostruosità di un simile scempio ambientale” è infatti anche il WWF Lazio che si oppone alla costruzione di quest'opera in un'isola che, come ricorda l'associazione, “ha già molto sofferto per il grave dissesto ambientale a cui l'hanno portata anni e anni di incuria ed abusivismo selvaggio”.
Il progetto approvato a larghissima maggioranza dal Consiglio comunale di Ventotene prevede una spesa di sei milioni di euro, oltre a “tonnellate di nuovo cemento e la distruzione finale di un'isola di appena 1,2 kmq, patrimonio storico e naturalistico di importanza europea”.
Secondo il presidente del WWF Lazio, Vanessa Ranieri, piuttosto che investire nella costruzione del tunnel, si sarebbero potuti introdurre sistemi di mobilità alternativi come ad esempio il car-sharing, attraverso l'utilizzo dei pulmini elettrici fatti giungere dalla Regione Lazio già nel 2009 poteva essere utilizzata la già esistente strada di Cala Rossano e creare un apposito approdo per le merci (intervento già finanziato dalla Regione per un milione di euro).
“Gli amministratori locali – ha aggiunto Ranieri- dovrebbero abbandonare certe scelte selvagge ed essere spinti, per converso, con grande senso di responsabilità, ad adottare politiche di conservazione e tutela che possano garantire alle prossime generazioni di godere di una simile bellezza, invece di autorizzare la realizzazione di progetti assolutamente incompatibili con la unicità naturalistica dell'area”.
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