«Questo è il carbone che per molti di quelli oggi riuniti alle nostre spalle è pulito, questo è un carbone che in realtà uccide e provoca migliaia di morti l'anno- ha spiegato Bonelli - noi invece vogliamo guardare al futuro, a differenza di questi signori che guardano al passato, alla preistoria». Il futuro «sta nelle rinnovabili, nell'efficienza energetica, nell'avviare processi di modernizzazione del nostro paese – ha aggiunto- e per liberare il pianeta dalla dipendenza dal petrolio che è causa di conflitti e guerre inaccetabili, oltre che profitti fatti ai danni dei cittadini di a partire dagli italiani».
Quello che «riteniamo scandaloso- ha concluso Bonelli- è che il ministro dello sviluppo economico Federica Guidi voglia continuare a lavorare per trivellare il nostro paese calpestando la possibilità di un rilancio delle rinnovabili, cosa necessaria nel nostro paese». Per Della Seta «le rinnovabili sono l'unica prospettiva realistica per fermare i cambiamenti climatici, ma per l'Italia sono anche di più: sono la via per acquistare l'indipendenza energetica». Noi, aggiunge, «non abbiamo petrolio, carbone, gas, abbiamo una quantità di sole straordinariamente grande e disponibile. Bisogna sviluppare la ricerca, l'industria del solare, perchè questa è la strada che può rendere l'Italia indipendente da Putin, dai paesi arabi, libera di usare l'energia per i propri interessi».
Il governo italiano «non deve guardare al problema della sicurezza energetica in termini di maggiore produzione, ma cercando di migliorare e diminuire i consumi. La soluzione per la nostra sicurezza energetica di altri paesi è puntare decisamente sull'efficienza energetica, insieme alle energie rinnovabili- ha dichiarato la copresidente dei Verdi Europei e candidata per Green Italia Verdi Europei, Monica Frassoni- solo cambiando l'attuale modello energetico, ci garantirà nuovi posti di lavoro e una reale sicurezza energetica». Con un risparmio minimo del 30% del proprio consumo energetico, ha aggiunto Frassoni, «l'intera Unione Europea vedrebbe un aumento minimo del'1% del Pil e si creerebbero circa un milione e mezzo di posti di lavoro all'anno. Questi numeri devono bastare affinchè il governo Renzi, nel semestre di presidenza italiana Ue, porti avanti una politica energetica europea con obiettivi vincolanti entro il 2030 del 55% per la riduzione di co2, del 45% per le rinnovabili e del 40% per l'efficienza energetica».
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