Via l'olio di palma dal biodiesel

Ultimi due giorni per aderire alla consultazione pubblica promossa da Legambiente che chiede alla Commissione Europea di mettere al bando l'uso dell'olio di palma per i carburanti. Firma anche tu!

Via l'olio di palma dal biodiesel

Oggi e domani sono gli ultimi due giorni per aderire alla consultazione pubblica promossa da Legambiente che chiede alla Commissione Europea di mettere al bando l'uso dell'olio di palma per i carburanti. «Bisogna dire basta alle eccezioni e alle scappatoie» dicono dall'associazione ambientalista che invoca il divieto totale.

Si può partecipare alla consultazione pubblica fino a venerdì 8 marzo per far sentire la propria voce. L'appello è stato lanciato da Legambiente che si è fatta promotrice della campagna NotInmytank “No all’olio di palma nel motore”, insieme ad una coalizione europea di associazioni ambientaliste.

«È urgente intervenire nuovamente su questo tema modificando la bozza di testo presentata nelle scorse settimane - spiegano dalla coalizione di associazioni - Nel testo in questione la Commissione Europea, malgrado riconosca che le coltivazioni di palma da olio causano una significativa deforestazione e che per questo l’olio di palma non potrà essere impiegato nella miscela dei biocarburanti Ue dal 2021, prevede però un’esenzione per l'olio vegetale prodotto in piccole piantagioni (2-5 ettari) o prodotto su terreni “inutilizzati” per almeno cinque anni. Per cui alla fine l'olio di palma ritornerà nei motori sotto forma di biodiesel».

«L'espansione delle piantagioni di palma da olio e di altri raccolti per produrre biodiesel, che di sostenibile e verde ha ben poco visto, sta distruggendo preziose foreste e la fauna selvatica, in primis gli oranghi. Per questo – dichiara Giorgio Zampetti, direttore generale di Legambiente – è urgente intervenire senza perdere altro tempo e soprattutto senza ricorrere ad eccezioni o sotterfugi che permettano di continuare ad usare olio di palma e di soia per carburanti per auto e camion. Per questo invitiamo tutti i cittadini a partecipare alla consultazione pubblica aperta fino all’8 marzo per chiedere, insieme a noi, alla Commissione Europea un atto di coraggio e di responsabilità su un tema così importante e sul quale occorre prendere una posizione, accompagnata da azioni e fatti concreti. In questi mesi con la campagna europea NotInmytank (No all’olio di palma nei motori) e in Italia con l'iniziativa “gemella” Save Pongo, abbiamo raccolto oltre 600mila firme di cittadini che, come noi, chiedono la messa al bando dell'olio di palma nei biodiesel e lo stop ai sussidi per questa pratica e salvare, così, le foreste e la biodiversità in pericolo. Siamo sicuri che anche per la consultazione pubblica ci sarà una grande partecipazione».

Per partecipare alla consultazione pubblica basta cliccare QUI e sottoscrivere il messaggio che la coalizione delle associazioni invierà direttamente alla Commissione Europea e all’attenzione del Presidente Juncker, ai Vicepresidenti Mogherini e Timmermans, ai Commissari Cañete e Malmström. In questo messaggio vengono ribadite alla Commissione Europea le due ragioni per cui si chiede di modificare la bozza di testo: non sono ammissibili deroghe all'olio di palma utilizzabile nei biocarburanti (i criteri a basso rischio): se venissero accettate, anche solo una parte di quelle adottate, non cambierebbe nulla rispetto alla situazione attuale, le attuali importazioni potranno crescere senza sosta, incrementando la deforestazione. Le certificazioni di sostenibilità attuali non sono credibili in un mercato in continua crescita.

L’altro motivo è che i criteri che definiscono una coltura alimentare inadatta alle politiche di sostegno per i biocarburanti rinnovabili sono troppo deboli. Così la soia non compare tra le colture ad alto rischio distruzione (ILUC), nonostante vi siano tutte le prove, che è già una delle cause principali della distruzione degli habitat naturali, soprattutto in Sud America. La soia deve essere nella categoria ad alto rischio, o questa legge nascerà vecchia, incompleta e inefficace.

Legambiente, infine, ricorda che «i carburanti con olio di palma possono inquinare addirittura di più rispetto a quelli tradizionali, oltre a costare di più».

 

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