di
Paolo Merlini
21-10-2010
Continuano i viaggi decrescenti in compagnia di Paolo Merlini che questa volta ci conduce in Croazia. Come raggiungere e visitare questo Paese che "fuori stagione assomiglia all’Italia di fine anni ’70"? Ecco le indicazioni del nostro esperto di vie traverse.
Oggi, in questo mondo sovraffollato, non credo ci resti, per viaggiare davvero, altra direzione che l’Aurora
(Paolo Rumiz, Tre uomini in bicicletta)
Alla fine non ho saputo resistere. Ho preso e me ne sono andato! Purtroppo (o per fortuna) non per sempre, ma solo per pochi, lunghi, indimenticabili giorni. Un po’ è stata colpa di Francesco Cataluccio che ha scritto un magnifico libro edito da Sellerio: Vado a vedere se di là è meglio.
Seduto su una panchina del terminal marittimo di Ancona attendo la navetta per il molo d’imbarco e ripasso la rotta. Anch’io vado a vedere se di là è meglio.
Per me che abito sulla costa adriatica, 'di là' è sempre stata l’altra sponda del mare e cioè la Dalmazia che prima era Jugoslavia ed oggi è Croazia.
Ma partiamo con le indicazioni per i naviganti che per essere tali debbono raggiungere un porto.
Il porto di Ancona è sempre al solito posto, cioè nei pressi del centro storico e a 2 passi dalla stazione ferroviaria. L’unica differenza con i tempi di quando ero giovane (più o meno quando Annibale valicava le Alpi con gli elefanti) è che oggi, prima dell’imbarco, bisogna recarsi al terminal marittimo per acquistare il biglietto e/o per fare il check-in. Il terminal marittimo è alle spalle della stazione ferroviaria ma non ci sono accessi pedonali diretti. Per chi ha tempo e vuole camminare per 15 minuti circa, suggerisco di chiedere indicazioni per la Fiera Campionaria che si trova vicino alla Mole Vanvitelliana, nella stessa area del mercato all’ingrosso del pesce e del porto peschereccio. In pratica, usciti dalla stazione ferroviaria si deve andare a sinistra fino alla fine del lungo marciapiede e poi continuare a sinistra fino alla Mole.
È semplice e vale la pena perché il porto di Ancona ha un fascino tutto suo. Sulla sinistra del palazzo della Fiera Campionaria c’è un cancello nella recinzione che permette ai pedoni di entrare direttamente nell’ampio parcheggio del terminal marittimo. Onore all’urbanista che ha previsto un gran giro di sopraelevate per le automobili ed un semplice e pratico cancello per i pedoni.
Per chi non ha tempo di camminare, ogni venti minuti c’è l’affidabile autobus urbano numero 12 che parte dalla stazione ferroviaria ed in 10 minuti arriva alla biglietteria del terminal marittimo.
Tutte le biglietterie delle varie compagnie di traghetti sono presenti nel terminal che è nuovo e ben tenuto. Per quelli che non hanno un’auto al seguito, come il sottoscritto, ma soprattutto fuori stagione, sarà pratico acquistare il biglietto al terminal e fare contestualmente la carta d’imbarco.
Io ho attraversato l’Adriatico con il ferry boat della croata Jadrolinija. 53 euro per il biglietto con sistemazione in poltrona, ma, dal momento che fuori stagione questi traghetti non sono affollatissimi, suggerisco il 'passaggio ponte' per risparmiare qualche euro.
Il traghetto Dubrovnik di Rijeka (cioè Fiume), che mi ha portato a Spalato, è pulito e funzionale.
È sempre un’emozione salpare con l’imbrunire dal molo sotto il Duomo di San Ciriaco.
Sono 25 anni che manco da Spalato ma grazie a Dio non è cambiato niente nell’accogliente città dalmata. I traghetti attraccano a 300 metri dall’isola pedonale del lungomare e cioè praticamente alle porte del Palazzo di Diocleziano. Esattamente di fronte all’uscita del molo, dopo il controllo all’ufficio della dogana, c’è l’autostazione e dietro all’autostazione c’è la stazione ferroviaria.
Spalato è la seconda città della Croazia, 188.700 abitanti, non proprio 'il natio borgo selvaggio'. Cioè, è più grande di Ancona che di abitanti ne conta 102.500 circa, quindi capirete il mio stupore nel trovare, nei pochi metri quadrati adiacenti al molo di attracco, tutte i mezzi pubblici per continuare il viaggio. Debbo controllare ma non penso che sia frutto della lungimirante e per certi versi virtuosa amministrazione Titina, bensì ancora una volta la proto-idea di intermodalità che avevano gli urbanisti austroungarici.
25 anni fa non avevo la patente, ma neanche il motorino, ergo viaggiavo in autobus. Non voglio tediarvi con i miei ricordi adolescenziali, quindi la faccio breve e vi segnalo un sito fondamentale per programmare i vostri viaggi in autobus in Croazia: http://www.ak-split.hr/.
È il sito dell’autostazione di Spalato. È anche in italiano e così io ho programmato un po’ tutti i miei giri sfruttando gli orari proposti dall’ottimo motore di ricerca.
In Croazia, così come in Italia, ci sono differenti autolinee che gestiscono le tratte in concessione governativa. Presso qualsiasi autostazione è possibile acquistare il biglietto per tutti gli autobus delle differenti compagnie che vi transitano. C’è una biglietteria unica dove i gentili impiegati parlano inglese e non stentano a girare il monitor del computer per farti scegliere l’orario dell’autobus sul quale salire. D’estate la Croazia è sovraffollata ed è fondamentale acquistare il biglietto degli autobus extraurbani con largo anticipo. Fuori stagione si può tranquillamente acquistare il biglietto sul bus e a volte si risparmiano i 10 Kune (più o meno 1.30 euro) della prenotazione. Se il bus non è pieno, ed a discrezione dell’autista, potete portare il vostro bagaglio con voi, senza metterlo nel bagagliaio, operazione per la quale si paga un piccolo sovrapprezzo.
Ho viaggiato a bordo di autobus di varie autolinee. Tutti i bus sono confortevoli e non c’è neanche l’ombra delle antiche corriere di fabbricazione cecoslovacca che un tempo erano in servizio a queste latitudini.
Ogni città è dotata della sua autostazione. A Sebenico è direttamente sul molo, mentre la nuova autostazione di Zara è a circa 2 chilometri dal centro storico (c’è l’urbano ma si può fare a piedi).
Nei piccoli paesi i bus fermano regolarmente alle paline segnalate e permettono ai viaggiatori di acquistare il biglietto a bordo. Fidatevi è tutto semplice e comodo. Non è però economico, nel senso che in media ho riscontrato un prezzo per chilometro uguale all’Italia, cioè senza perdersi in calcoli complicati, più o meno 0.05 euro a chilometro per i viaggi extraurbani. Per capirci per fare 300 chilometri, il biglietto costa circa 15 euro (ma li vale tutti).
Oltre alle autolinee AK cioè Autobusni Kolodvor, ho raggiunto il Parco Nazionale di Plitvice a bordo di un bus della Croatia Bus.
Poi ho raggiunto l’Istria con i potenti mezzi delle autolinee Brioni-Pula.
Ecco, l’Istria si gira bene con i bus della Brioni-Pula ma per rientrare in Italia, e più precisamente a Trieste, si debbono prendere i bus della croata Autotrans che fa servizio congiunto con la 'magica' friulana SAF.
Non ho avuto modo di viaggiare a bordo dei treni croati che a quanto ho potuto constatare, a causa dell’obsolescenza delle scarse linee ferroviarie, non sono molto usati. Strano a dirsi ma i croati hanno pensato di dare precedenza alla costruzione di infrastrutture stradali. Le autostrade, in parte ancora in costruzione, sono comode e ben fatte, atte ad assorbire il traffico dei turisti estivi.
La Croazia fuori stagione assomiglia all’Italia di fine anni ’70 e vi assicuro che se ci andrete vi sentirete a casa.
Per chi volesse maggiori informazioni sul mio viaggio suggerisco le 3 puntate pubblicate sul blog della casa editrice Ediciclo che ospita i miei racconti un po’ troppo letterari.
http://www.ediciclo.it/blog/?p=1770
http://www.ediciclo.it/blog/?p=1889
http://www.ediciclo.it/blog/?p=1946
Intanto, viaggiate!
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