Perché i Verdi vincono in Germania

Il partito cristiano-democratico guidato da Angela Merkel ha incassato una storica sconfitta nelle elezioni amministrative della ricca regione del Baden-Wuerttemberg dove ha trionfato il partito ecologista. Perché i Verdi in Germania viaggiano su percentuali del 25% e in Italia sono scomparsi in ogni senso?

Perché i Verdi vincono in Germania
Ho avuto la grande fortuna di lavorare per anni in Germania e di frequentarla dalla fine degli anni ottanta ad oggi. Mediamente ci vado per lavoro almeno un paio di mesi l'anno. Ho vissuto da vicino quindi tutta l'evoluzione del movimento ambientalista tedesco negli ultimi venti anni con particolare riferimento al settore delle energie rinnovabili, della bioedilizia e del risparmio energetico. All'epoca se chiedevi ad un ambientalista italiano o ancora meglio ad un membro o dirigente del partito dei Verdi se sapesse come funzionasse un pannello solare, non riusciva nemmeno a distinguere la differenza fra un pannello solare termico e fotovoltaico. Se poi gli chiedevi se ne avesse installato uno sul tetto (per un Verde sarebbe il minimo da fare, se non ci crede lui come può convincere gli altri?), ti guardava come se fossi un marziano. Nello stesso tempo nelle lande tedesche assai meno soleggiate delle nostre, gli ambientalisti tedeschi costituivano centri di ricerca e applicazione, ditte di impianti solari o di case a basso consumo energetico, facevano esperienze dirette proprio nel campo che per gli ambientalisti italiani era sconosciuto. Mentre da noi persone dai grandi ideali e bassi istinti si accapigliavano per le poltroncine, in Germania si cercava di costruire un futuro degno di questo nome. Un futuro che vede oggi metà del mercato solare termico europeo in mano a Germania e Austria. L'Italia, famoso paese del sole, è relegata in posizioni di rincalzo. Per non parlare di altre varie tecnologie ambientali targate made in Germany che importiamo immancabilmente. Questa prassi della concretezza ha dato i risultati che ora si vedono sia da un punto di vista sociale, industriale, occupazionale che politico istituzionale. Sarà un caso che la Germania, non certo paragonabile a noi in merito a bellezze d'arte e bellezze naturali, è una delle mete turistiche più ambite con la sua sempre più forte cultura di vivibilità 'verde'? I tedeschi se parlano di qualcosa poi la fanno, se hanno un obiettivo cercano di raggiungerlo, limitando se possibile le divisioni fra di loro per arrivare allo scopo. L'Italia oltre che fare della chiacchiera lo sport nazionale, è piena di persone che spesso si atteggiano a leader/ducetti che in nome di ideali più o meno affascinanti, non appena hanno un seguito che superi le cinque persone, si buttano in politica o formano un partito. Ci si domanda quale sia l'obiettivo di queste persone, se la costruzione di una reale alternativa che è fatta di tempo, di formazione, di sperimentazione, di progetti realizzati, di cultura e umanità diversa oppure la solita scorciatoia per arrivare alle solite poltrone. Che fine abbia fatto questo tipo di politica, lo abbiamo visto tutti, appunto con la deriva dei Verdi e se si vuole allargare il discorso, anche con la derivissima del PCI i cui pseudo eredi di oggi sono il miglior alleato e compare del tanto vituperato Berlusconi che senza il loro aiuto e appoggio diretto e indiretto, mai sarebbe arrivato dove è arrivato. La vittoria dei Verdi in Germania arriva da lontano, arriva da famiglie che non ti dicono che fare la raccolta differenziata non serve a nulla, da persone che non aspettano i politici per fare, da ditte che hanno rischiato su tecnologie ambientali, da gente che i progetti li intraprende e si confronta sul reale non sulle teorie, che sperimenta, che rischia, insomma che non aspetta di occupare una poltrona per poi dire "adesso cambio tutto io" e poi puntualmente è il primo ad essere cambiato dal tritacarne parlamentare. Di esempi del genere ce ne sono all'infinito, non è un caso che il partito dei seguaci di Berlusconi è pieno di ex contestatari che sono ora fra i suoi più fervidi scendiletto. Dietro la politica, quella vera che cambia le cose, prima ancora che quella istituzionale, ci sono le azioni dirette, la pratica quotidiana, l'esempio, la testimonianza, la cultura, il progetto, la costruzione, la formazione. Senza questi fondamentali passaggi, anche eventuali ed effimeri successi elettorali, lasceranno il tempo che trovano. Quella dei Verdi in Germania è un'onda lunga che ha dietro, o meglio davanti, la società civile e un mondo che cambia per davvero. Qui da noi si costituiscono trecento partitini che dicono più o meno le stesse cose e la cui attività principale è sparare a zero sui vicini di pianerottolo e promulgare fantastiche e affascinanti teorie nella speranza di prendere all'amo quanti più pesci possibile. Le teorie migliori si valutino su progetti concreti poiché senza un radicale cambiamento umano, culturale e reale della società, non si andrà molto lontano. La corsa al potere non accelera i cambiamenti, casomai li ostacola.

Commenti

perchè rispetto alla Germania sono rimasti 20 anni indietro. Ancora li senti parlare di ossimori come "green econonomy" o "sviluppo sostenibile", adattati a fare un vago e flebile controcanto allo sviluppismo distruttivo di PD-PDL et similia. Andassero a fare un corso in Germania di quelli di Paea, e si liberassero di un po di "poltronisauri", fra tre anni potrebbero rientrare in Parlamento: non con gli stessi uomini e donne (se non si liberano di quelli non c'è verso): con le IDEE
Rob, 31-03-2011 12:31
Sono stufo di questa argomentazione superficiale. Basta col paragone fuorviante con i Gruenen! E' come paragonare il cittadino (o il politico) medio italiano a quello tedesco... Scambia il risultato di secoli di educazione con la... causa. I tedeschi hanno una secolare tradizione di amore per la Natura, le foreste, le montagne, l'Arte e la Cultura. I loro pittori e intellettuali venivano addirittura in Italia già nel 700 per il suo Paesaggio. Risulta che gli Italiani andassero in Germania per questo motivo? Risulta che la scuola italiana educhi i ragazzi al Bello, alla Natura, alla Musica, all'Arte? Ma è inutile cercare traccia di questi ragionamenti un po' raffinati nelle argomentazioni ecologiste italiane, che sono di una ottusità unica. Si guarda solo all'ultima pagina della Storia o ai risultati elettorali sui giornali.... Ma anche politicamente è una analisi sbagliata. In Germania non c'erano né Partito Comunista né Radicali quando nacquero i Verdi. Che furono quindi avvantaggiati da questo vuoto di "mercato" politico. In Italia avevamo 5 partiti tra comunisti e radicali... Non c'era spazio per un altro partito generalista, semmai per uno solo Verde-Verde. Lo dissi all'assemblea fondativa dei Verdi a Roma e poi a Firenze (mi sembra nell'84), ma fui messo in minoranza da Rutelli, Cento e altri, che erano ignorantissimi di ambiente e invece volevano "giocare alla politica" a tutto campo come i grandi partiti. Quello è stato l'errore: occuparsi di tutto (e male), senza che poi quei Verdi improvvisati e personalmente poco credibili sapessero nulla di Natura. Come io feci notare subito... Pensa che Rutelli spacciava il suo motorino come "ecologico" rispetto ad un'auto! Ma lui si era occupato fino ad allora solo di antimilitarismo... La scarsa credibilità personale è stata il nostro male. E invece noi veri ecologi ed ecologisti eravamo bollati come "fondamentalisti"!! Fin dagli anni 80.
Nico Valerio, 18-05-2011 12:18
Il motivo per cui la Germania è a questo punto è proprio perché applica i principi della Green economy e dello sviluppo sostenibile. Vedi per esempio il diverso trattamento dell'eolico nei due paesi. Di certo i tedeschi non predicano la Decrescita.
Bosca, 23-05-2011 05:23
Se alla base di tutto si stanziassero degli incentivi per permettere di utilizzare le tecnologie del risparmio energetico o per esempio per chi costruisce in bio edilizia, allora forse prenderebbe piede; fare questo sarebbe la base di partenza per la preservazione dell'ambiente, è risaputo che le abitazioni sono responsabili per il 40% dell'inquinamento, quindi sono al primo posto seguito poi dall'industria e dai trasporti (differentemente da quanto vogliono farci credere). I soli incentivi per la riqualificazione degli edifici non bastano, bisognerebbe "spingere" chi costruisce nuovi edifici,oltretutto in vista del fatto che dal 2020, per legge della Comunità Europea, si potranno costruire soltanto edifici passivi. Questo non solo preserverebbe il nostro prezioso ambiente (non dimentichiamo che il territorio italiano è tra i più belli del mondo) ma allo stesso tempo darebbe uno slancio all'economia creando nuovi posti di lavoro per chi opera nel settore delle tecnologie, della ricerca di energie rinnovabili e dell'edilizia, settore quest'ultimo che più di tutti necessita di aiuto.
michele, 31-05-2011 11:31

Lascia un commento


Per lasciare un commento, registrati o effettua il login.