Vivere a impatto zero: per il No Impact Day c'è tempo fino al 31 dicembre

Vi presentiamo il primo esperimento collettivo via web per la riduzione dell’impatto ambientale, all’interno del quale coinvolgere gli utenti del Cambiamento e tutte quelle realtà che già si stanno muovendo per un cambiamento concreto a partire dalla quotidianità. Per partecipare c'è tempo fino al 31 dicembre 2011. In che modo? Raccontando la propria giornata a impatto (quasi) zero attraverso un racconto video o testuale.

Vivere a impatto zero: per il No Impact Day c'è tempo fino al 31 dicembre
Vivere a impatto zero, ridurre la propria impronta ecologica, seguire i dettami della decrescita, la riduzione dei consumi, la sobrietà... E ancora: comprare biologico, autoprodurre, riscoprire i saperi, il mangiar lento e i sapori delle stagioni. Questi concetti, che fino a pochi anni fa erano ai più sconosciuti e venivano considerati di nicchia, per pochi 'fanatici' o 'esaltati', oggi sono sempre più presenti nel nostro Paese o sotto forma di esperienze concrete o sotto forma di aneliti, desideri, obiettivi. Ancora una volta si conferma che, lontano dai riflettori dei mass media, le cose stanno davvero cambiando. Non solo si può provare a vivere a impatto zero, ma lo si vuole! Dallo studio di storie come quella di Colin Beavan, e delle molte altre che in Italia e all'estero sono avvenute lontano dai riflettori, sono emersi tre principi fondamentali: 1) non è possibile vivere veramente a impatto zero, perché dietro ogni nostra azione si nascondono sempre delle conseguenze; 2) se ognuno di noi riduce drasticamente il proprio impatto, il Pianeta in cui viviamo ne trarrà comunque un grandissimo giovamento e con esso gli altri esseri – umani e non – che lo abitano; 3) ridurre il proprio impatto, la propria impronta ecologica, non solo fa sentire chi compie questi gesti 'più buono'... ma soprattutto rende queste persone più felici, soddisfatte, consapevoli e in pace con il mondo. La storia di Colin Beavan e della sua famiglia newyorkese, raccontata nel documentario No Impact Man, distribuito in Italia da Macroticonzero da luglio 2011, è diventata sui media internazionali l’esempio più noto e rappresentativo del fatto che cambiare stile di vita è possibile ovunque ci si trovi. Ma oltre Colin Beavan esiste una rete composta di persone, gruppi, movimenti, comunità che stanno cercando di ridurre il proprio impatto sul pianeta, per poter vivere e morire affermando con orgoglio: “non in mio nome”. Ed ecco che la nostra caporedattrice, nonché geniale tuttofare, Claudia Bruno, ha avuto una splendida idea che sono orgoglioso di presentare oggi con questo editoriale: provare a realizzare il primo esperimento collettivo via web per la riduzione dell’impatto ambientale, all’interno del quale coinvolgere gli utenti del Cambiamento e tutte quelle realtà che già si stanno muovendo per un cambiamento concreto a partire dalla quotidianità. In che modo partecipare? Raccontando la propria giornata a impatto (quasi) zero attraverso un racconto video o testuale (per saperne di più clicca qui). I migliori contenuti saranno selezionati per la realizzazione di un lungometraggio e di un e-book, che verranno presentati online e in occasione di eventi nazionali legati alla promozione di stili di vita sostenibili, per mostrare al mondo che ridurre il proprio impatto può essere facile, possibile, divertente, e soprattutto fondamentale. Se anche voi, come noi, credete che si possa vivere davvero in modo diverso... Se anche voi, come noi, pensate che non saranno certo i vari Monti, Bersani, Alfano o Vendola, a salvare il nostro Paese... Dimostratelo! Prendete telecamera, carta e penna, calcolate i vostri consumi, provate a vivere una giornata a impatto ridotto e raccontatela. Siamo tanti, è ora di farci sentire. Ps. Forse non potremo fermare la distruzione del Pianeta, forse non riusciremo a salvare i mari e le terre, ma quanto meno ci avremo provato, quanto meno potremo dire ai nostri figli e nipoti, “io non sono complice”. Vai al sito della nostra iniziativa

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