Votare o non votare?

Da decenni in Italia, chi non crede alle promesse della politica non vota o, se vota, lo fa per il meno peggio. E, a queste elezioni che ci attendono, il risultato da considerare non sarà tanto la percentuale di un partito e l’altro ma piuttosto la percentuale di chi andrà a votare e chi no.

Votare o non votare?

Da decenni in Italia, chi non crede alle promesse della politica non vota o, se vota, lo fa per il meno peggio. Nei due anni e mezzo appena trascorsi abbiamo visto calpestare la Costituzione, i diritti e le libertà inviolabili; e, a queste elezioni che ci attendono, il risultato da considerare non sarà la percentuale di un partito e l’altro ma piuttosto la percentuale di chi andrà a votare e chi no. Qualunque delle due coalizioni, centrodestra o centrosinistra, andasse al governo non cambierebbe granché; hanno obiettivi, interessi e programmi simili. Infatti, al di là delle chiacchiere e dei vuoti slogan, alla fine sotto il governo Draghi (persona non eletta in Parlamento da nessun cittadino e questo conferma ancora quanto il voto abbia ben poco valore) i vari partiti, acerrimi avversari, si sono uniti in una ammucchiata che ha definitivamente sancito quello che già si sapeva e cioè che sono pressoché tutti uguali; l’unica politica che li accomuna è l’occupazione di poltrone e gestione del potere. Come fa quindi il cittadino che vuole andare a votare a credere che l’esercizio del voto possa avere ancora un senso?

Puntualmente qualsiasi promessa in campagna elettorale viene disattesa, abbiamo infatti visto con i “nuovi”, che dovevano cambiare tutto ed erano contro la casta, l’ennesima prova eclatante di come la politica sia un mezzo per arrivare e poi tradire completamente qualsiasi impegno anche se strombazzato mille e mille volte, anche se firmato e contro firmato. 
La retorica per la quale il voto è un esercizio di democrazia o che per il voto hanno dato il sangue i nostri partigiani, ormai è appunto solo retorica. Immaginate i partigiani che si vedono sfilare i volti dei personaggi politici attuali, quanto sangue sarebbero disposti a dare... Di sicuro hanno combattuto per una idea di democrazia e un mondo ben diverso da quello attuale.
Per non parlare poi delle future generazioni, a cui di sicuro hanno pensato i partigiani ma delle quali è totalmente assente anche solo il pensiero nei partiti attuali. Praticamente inesistente la tematica ambientale, la tutela della biodiversità e addirittura si riparla di nucleare che per le prossime generazioni assicura un futuro sì ma da incubo per i millenni a venire.
Il Parlamento è quindi diventato una enorme concentrazione di potere in mano a poche persone, tra l’altro adesso i parlamentari diminuiranno anche di numero. I parlamentari, proprio per il potere che gestiscono, hanno l’attenzione di ogni possibile tipo di lobby, multinazionale e potentato. Come si fa a credere che i cittadini possano avere più influenza di una qualsiasi multinazionale che con il suo potere può esercitare influenze affinché ci sia chi è diretta espressione dei suoi interessi? Avranno mai lo stesso influsso cittadini e lobby potentissime? Ovviamente no e difatti lo vediamo costantemente con le scelte che passano sempre sopra la testa dei cittadini, che si ritrovano rigassificatori, centrali di ogni tipo, inceneritori, discariche, autostrade, pesticidi, distruzione del patrimonio forestale, mega centri commerciali, grandi opere inutili e ogni altro possibile attacco alla salute, all’ambiente e alla sicurezza.
Chi critica l’astensionismo come menefreghismo o non utilizzo di un diritto/dovere, dovrebbe pensare che forse chi si astiene non lo fa per menefreghismo ma esattamente per il contrario e cioè, avendo visto quanto di pessimo è uscito dal Parlamento in tutti questi anni, non vuole legittimare ancora sfaceli e si tira fuori, non perché non vuole libertà e democrazia ma semplicemente perché ritiene che il Parlamento non lo rappresenti più.

Altra barzelletta è dire che, se non si vota, si legittima chi viene eletto a fare ciò che gli pare; perché fino a oggi cosa hanno fatto, se non esattamente e bellamente tutto quello che pareva loro? E la questione covid ne è stata la definitiva e inconfutabile conferma: diritti e libertà dei cittadini, nonché la Costituzione, sono diventati carta straccia.
Un altro esempio su tutti fra gli infiniti che purtroppo si possono fare, forse il più eclatante: il TAV in Val Susa, opera gigantesca, inutile, costosissima, di distruzione ambientale, tutto certificato da numerosi studi ufficiali e rigorosi ma che si fa comunque sulla pelle della gente, contro qualsiasi logica, senso, economia. Quindi più che essere critici su chi sceglie di non votare (vista la pressoché matematica certezza, tranne qualche rara eccezione, che chiunque si voti, non farà alcuna differenza), bisognerebbe poter convincere con i fatti e buone motivazioni a votare questo o quel programma.

Dare addosso a chi non vuole avallare questo sistema e imputargli addirittura colpe, non aiuta certo a convincere al voto. Inoltre se vanno rivolte critiche, non sono da far ricadere su chi non vuole accettare un sistema che legittima un potere spesso impopolare e che può essere espressione di chi ha denaro e il potere di dettare le agende politiche.
Visto che chi critica chi non vota, lo fa anche sui valori, allora sia lui il primo a seguire i valori. Personalmente ritengo che qualsiasi politico eletto sarà credibile in quello che dice quando, nei giorni in cui non è impegnato in Parlamento (dove di solito sta tre giorni la settimana), lavorerà e vivrà semplicemente e sobriamente in un progetto di tutela ambientale e autosufficienza energetica e alimentare, si ridurrà lo stipendio a 1500 euro al mese e tenga i suoi soldi in banche e assicurazioni etiche. Fino ad allora ho forti dubbi che alla prima o seconda occasione, soprattutto se gli offrono posti di potere, non si farà sedurre come è successo a tanti che oggi dicevano una cosa, domani il contrario e dopodomani il contrario di entrambe le cose.
Se comunque si vuole andare a votare, quantomeno si scelga chi chiaramente vuole garantire libertà, diritti inviolabili della persona e rispetto della Costituzione. Senza queste basi, qualsiasi politica o impegno è già da subito una chiara e solenne presa in giro.
 
 
 

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