«Ma, al contrario delle prime 5 estinzioni già avvenute - prosegue il WWF - non è frutto di fenomeni geologici naturali ma avanza rapidissima ed è causata da una sola specie: l’uomo». La conferma arriva dal report “Cambiamenti climatici e sesta estinzione di massa”.
«Nella Mappa delle specie a rischio stilata dal WWF ci sono orsi polari, pinguini, orche e leopardi delle nevi ma anche stambecchi, anfibi, fringuelli alpini e persino l’abete bianco, il tipico albero di Natale delle regioni settentrionali, tutte specie che stanno soffrendo come non mai l’aumento della temperatura e gli altri effetti dei cambiamenti climatici. Il simbolo dell’effetto clima è senz’altro l’orso polare: con la progressiva riduzione della banchisa polare rischiamo di perdere i due terzi degli orsi polari entro il 2050. E’ proprio di questi giorni la conferma della riduzione dell’estensione dei ghiacci marini più impressionante mai registrata in Artico, dove vive questa specie: il ghiaccio marino dell’Artico ha visto il livello minimo primaverile mai registrato in 38 anni di misurazioni satellitari. La sua estensione massima si è ridotta al ritmo del 3% ogni 10 anni. In aggiunta alle tante e complesse conseguenze per il sistema climatico, per l’orso tutto diventa difficile in quanto hanno bisogno di superficie ghiacciata sia per scavare la propria tana sia per inseguire le prede».
«Sempre in area polare, stavolta in Antartide - prosegue l'associazione ambientalista - il 75% della popolazione dei pinguini di Adelia potrebbe scomparire se le temperature del globo cresceranno di 2°. Stime pubblicate su Nature da autorevoli ecologi ci dicono che rischiamo di perdere fino al 70% delle specie di passeriformi migratori in Australia e ai tropici a causa del climate change, mentre lo stesso panda, pur se in lieve ripresa numerica è minacciato dal clima che cambia, in quanto dipende strettamente dalle foreste di bambù. Gli ambienti più colpiti sono quelli del freddo, dai poli alle vette alpine (sulle Alpi abbiamo perso il 40% della superficie dei ghiacciai negli ultimi 40 anni) e himalayane (a grande rischio il leopardo delle nevi), ma la classe animale più colpita è quella degli anfibi , come l’ululone dal ventre giallo: a causa dei loro complessi cicli vitali che si svolgono tra terra e acque dolci, dove si fanno sentire siccità o regime delle precipitazioni, il 33% di queste specie è inserito nella lista rossa IUCN. Nel ghepardo l’aumento della temperatura ha provocato una netta riduzione della fertilità maschile. Una puntuale analisi dello stato in cui versano le specie di mammiferi e di uccelli monitorate dalla Red List, Lista Rossa delle specie minacciate di estinzione curata dall’IUCN (International Union for Conservation of Nature) indica che quasi la metà (il 47%) delle specie di mammiferi monitorate e quasi un quarto delle specie di uccelli (24.4%) subiscono l’impatto negativo dovuto ai cambiamenti climatici. In totale si tratta di circa 700 specie».
«Ormai la scienza ci dice che i cambiamenti climatici ci stanno conducendo in un territorio ignoto, mai visto da quando esiste l’esperienza della civiltà umana – commenta Donatella Bianchi, Presidente di WWF Italia - Questo territorio ignoto è drammaticamente collegato con quella che il WWF ricorda essere la sesta estinzione di massa della ricchezza della vita sulla terra. Earth Hour, che si svolgerà sabato prossimo, è il nostro modo di chiedere a tutte le persone di mobilitarsi e diventare parte attiva del cambiamento: attraverso un piccolo gesto personale (quello di spegnere le luci per un’ora) un impegno concreto nei confronti del nostro Pianeta. Sabato prossimo il popolo di Earth Hour, fatto di persone, comunità e organizzazioni farà sentire di nuovo la propria voce per chiedere di accelerare gli impegni verso una rapida decarbonizzazione delle nostre economie e per limitare il riscaldamento secondo l’impegno assunto con l’Accordo di Parigi: agli accordi e agli impegni, ora, devono seguire i fatti, concreti e misurabili».
IMPATTI DEL CAMBIAMENTO CLIMATICO SULLA SALUTE
I fattori chiave secondo l’OMS
- Il cambiamento climatico influisce sui fattori sociali e ambientali della salute - aria pulita, acqua potabile, cibo sufficiente e riparo sicuro.
- Tra il 2030 e il 2050, il cambiamento climatico potrebbe causare circa 250 000 ulteriori morti l'anno per malnutrizione, malaria, diarrea e stress da calore
- Il costo dei danni diretti per la salute (cioè escludendo i costi in settori che determinano le condizioni di salute come l'agricoltura, l'acqua e i servizi igienico-sanitari), è stimato tra 2 e i 4 miliardi di dollari l’anno entro il 2030.
- Le aree con infrastrutture sanitarie debole - per lo più nei paesi in via di sviluppo - saranno meno in grado di far fronte agli impatti, senza assistenza per la prevenzione e la risposta.
- Ridurre le emissioni di gas serra attraverso migliori scelte su trasporti, cibo ed energia può comportare un miglioramento della salute, in particolare attraverso la riduzione dell'inquinamento atmosferico