Il presidente del WWF Italia, Stefano Leoni, ha inviato una lettera aperta alla Commissione Agricoltura della Camera in risposta al documento approvato in questi giorni sulla possibilità di abbattere i lupi nel caso in cui minaccino le attività agricole.
“Ancora una volta, ignorando dati scientifici, anni di studi e progetti concreti che dimostrano come la convivenza tra uomo e predatore sia possibile, si usa il lupo come il diavolo cattivo. Ma è veramente colpa del lupo se la pastorizia è in crisi o se l’allevamento non è più redditizio? È colpa del lupo la crisi profonda della montagna?”. Si apre così la lettera alla Commissione Agricoltura della Camera inviata oggi da Stefano Leoni, presidente del WWF Italia, in risposta al documento approvato in questi giorni sulla possibilità di abbattere i lupi se minacciano le attività agricole.
Per il WWF “dietro allo spauracchio del ‘lupo cattivo’ si nascondono una maldestra politica agricola e le difficoltà di una attività agrosilvopastorale poco competitiva, che solo nell’innovazione, nella valorizzazione della filiera corta e nella qualità può cercare un suo riscatto.
La risposta più efficace alle difficoltà segnalate dal mondo agricolo rispetto alla fauna selvatica sarà nella capacità di utilizzare nel modo più opportuno le risorse che la nuova Politica Agricola Comunitaria (PAC), oggi in discussione, renderà disponibili per la conservazione della biodiversità.”
L’annunciata riforma della PAC per il 2014-2020 conferma infatti la priorità della conservazione degli habitat e delle specie di elevato valore naturale (come è indiscutibilmente il lupo) e renderà disponibili complessivamente per l’agricoltura e la zootecnia italiana oltre 1 miliardo e 200 milioni di euro, nonostante l’annunciato taglio del 12% delle risorse attuali. E l’Unione Europea chiede esplicitamente agli Stati membri di assicurare con queste risorse anche la conservazione del lupo, insieme alle imprese agricole delle aree rurali marginali.
Nonostante i tagli alla spesa pubblica, le risorse economiche per affrontare con serietà i problemi evidenziati dall’indagine parlamentare saranno quindi disponibili. Tutto dipenderà dalla capacità delle Regioni di utilizzare in modo efficiente ed efficace le risorse della futura PAC, soprattutto con la doverosa coerenza rispetto alle priorità indicate dall’Unione Europea.
Nella lettera, il WWF chiede quindi l’inserimento tra i criteri premianti della PAC per l’attribuzione del pagamento unico aziendale alle imprese zootecniche, la realizzazione degli investimenti necessari per la prevenzione dei danni da lupo e l’adozione di tecniche di gestione dell’allevamento in grado di ridurre a monte gli eventuali danni: strumenti concreti come recinzioni elettrificate, dissuasori acustici, uso dei cani, il controllo degli animali al pascolo, che in molte aree di Italia stanno già dando ottimi risultati nel consentire la convivenza pacifica tra uomo e grandi predatori.
Nei Programmi di Sviluppo Rurale delle Regioni (PSR 2014 – 2020) dovranno inoltre essere inserite misure specifiche di sostegno delle imprese agricole per gli investimenti strutturali necessari per la prevenzione e riduzione dei danni causati dalle specie selvatiche di elevato valore conservazionistico, come lupo, orso, aquila e altri uccelli rapaci.
“L’indagine conoscitiva della Commissione agricoltura avanza molti dubbi sull’affidabilità dei dati raccolti e, quindi, da essa non emerge alcuna conferma dell’esistenza di un effettivo ‘problema lupo’. Esiste, invece, un ‘problema caccia’, visto che oggi l’unica normativa vigente a tutela della fauna in Italia è quella che regolamenta le modalità secondo le quali spararle – scrive Stefano Leoni, presidente del WWF Italia -. Occorre, al più presto, uscire da questa logica.
Per una rispettosa convivenza tra l’uomo e le altre specie viventi occorre in Italia una seria politica sulla biodiversità. E questa è l’unica strada che consigliamo di intraprendere alla Commissione Agricoltura, perché è quella che permette di cogliere i veri problemi di fondo e selezionare le giuste soluzioni. Alla radice di molti mali vi è il crescente consumo di territorio naturale, la sua dequalificazione e la sempre minore disponibilità di habitat in equilibrio. Pensare di trovare una soluzione in piani di abbattimento di alcuni animali significa creare nuovi problemi”.
Per il WWF sono infine inaccettabili le esternazioni delle ultime settimane arrivate dal Piemonte, dove l’assessore Sacchetto, incomprensibilmente disconoscendo i dati e i risultati di anni di lavoro serio promosso proprio dalla Regione e dai suoi uffici - lavoro sul campo che ha portato i danni in quei contesti alpini ad una cifra annuale irrisoria - dichiara che è il lupo il nemico della nostra pastorizia e trova nel suo abbattimento la soluzione a tutti i mali di una zootecnia che è invece ben consapevole di quali siano i problemi reali” conclude Stefano Leoni.
“Oggi più che mai – conclude la lettera – dovremmo smetterla di sprecare risorse con nuovi e fantasmagorici progetti come il progetto Propast sui sistemi pastorali piemontesi. Esempi di come procedure sono già ampiamente disponibili: una seria politica e azione di prevenzione e un’attenta politica di monitoraggio e verifica del danno sono l’arma in nostro possesso. Solo in questo modo potremo rispettare le linee di indirizzo di una nuova e lungimirante politica comunitaria che il 21 giugno scorso ha adottato la nuova Strategia dell’Unione Europea per la biodiversità al 2020, oltre che l’annunciata riforma della Politica Agricola Comunitaria post 2013.”
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